La raccolta
Il miglior modo per procurarsi le conchiglie è sicuramente raccoglierle o pescarle in mare.
Le spiagge sono le più agevoli, perché percorribili facilmente a piedi. Osservando con attenzione i detriti lasciati dalle mareggiate è possibile trovare conchiglie morte in ottime condizioni. Attenzione però alle conchiglie “spiaggiate” vale a dire a quegli esemplari che sono stati erosi o che hanno perso lo smalto o il colore originario a causa del moto ondoso. Per i bivalvi (molluschi che hanno il nicchio diviso in due valve, ad esempio le vongole) è necessario mettere in collezione entrambe le valve che sulle spiagge è difficile rinvenire insieme, tranne quando il legamento chitinoso che le unisce è particolarmente robusto.
Trovare gli esemplari vivi richiede invece un po’ più di esperienza. Vicino alla riva scavando sotto la sabbia è possibile trovare alcuni bivalvi, mentre nelle zone rocciose, lungo le scogliere è facile trovare gasteropodi che vivono fuori dell’acqua nella cosiddetta “zona degli spruzzi”. In mare, con maschera e pinne però, la ricerca è più produttiva. I molluschi vivono nascosti, molti non amano la luce ed altri si mimetizzano. Non è facile quindi vederli, soprattutto all’inizio. Con un po’ di esperienza si può imparare in poco tempo dove osservare, ma è importante cercare in modo accurato, senza fretta e soprattutto con molta pazienza.
Sui fondali sabbiosi si possono notare, soprattutto la mattina presto, le tracce lasciate dai molluschi, solchi di varia forma alle estremità dei quali si trova la conchiglia. Spesso però esse sono “pagurate”, cioè i nicchi sono abitati dai paguri, crostacei dal ventre molle che divorano i molluschi. È sempre meglio evitare di uccidere un paguro solo per raccogliere la conchiglia, che magari sarà anche in cattivo stato. Per di più in questi casi manca l’opercolo, una formazione cornea o calcarea che chiude l’apertura della conchiglia in molte specie di gasteropodi. Esso di solito va conservato insieme alla conchiglia perché ne aiuta la classificazione.
Sui fondali rocciosi invece è molto utile muniti di coltellino e pinzette guardare negli anfratti, tra le alghe (è meglio farlo con i guanti) e sotto le pietre. Ogni volta che si solleva o rigira una pietra essa va rimessa nella posizione iniziale, perché i microrganismi che vivono al buio muoiono alla luce e viceversa. Per lo stesso motivo non bisogna MAI rompere pezzi di rocce perché facendolo si distruggono delicati sistemi ecologici.
Ottime raccolte si possono fare anche e soprattutto nei fondali corallini, perché molti molluschi vivono a contatto coi celenterati che li formano. Per avere molluschi di acque più profonde, si possono utilizzare piccole draghe a mano (i dragaggi sono sempre dannosi dal punto di vista ecologico) o accordarsi con pescatori che spesso portano in superficie conchiglie difficili da procurarsi in altro modo. Per le conchiglie più piccole può essere molto utile osservare con una lente del detrito o della sabbia grossolana o strappare ciuffi d’alghe e sciacquarli in acqua dolce.
Infine, dando per scontato che un collezionista di conchiglie sia soprattutto un amante della natura, non possiamo non parlare di tutela dell’ambiente. Il rispetto per il mare e per tutta la vita che contiene, deve essere una priorità. Non ha senso raccogliere decine di esemplari della stessa specie se si devono uccidere i molluschi. Evitiamo di uccidere i paguri: se proprio ci rendiamo conto che una conchiglia interessante che abbiamo raccolto è abitata da questo simpatico e utilissimo crostaceo, cerchiamo almeno di spingerlo a lasciare la sua “casa” per insediarsi in un’altra che gli forniremo. Per farlo sarà sufficiente mettere in un secchiello con acqua di mare il nostro paguro e altre conchiglie vuote di dimensioni analoghe e lasciarlo tranquillo per qualche oretta. Se avremo fortuna il paguro deciderà di trasferirsi e libererà la nostra conchiglia.
Se si viaggia all’estero è importante tenere presenti le leggi locali: in molti paesi è vietato raccogliere sabbia o conchiglie e anche in Italia in alcune Regioni ci sono leggi molto restrittive a riguardo. Per completezza ricordiamo che la legge italiana afferma che ai pescatori subacquei con autorespiratore è vietato raccogliere coralli, molluschi e crostacei (DM Marina Mercantile del 1/6/1987 n. 249).
Quello che deve guidarci è sempre il buon senso e la sensibilità: la raccolta di qualche esemplare (considerando che i molluschi depongono migliaia di uova per volta) da parte di un collezionista non è un danno per l’ambiente; la raccolta indiscriminata a fini commerciali, la distruzione di habitat, la vendita e l’acquisto di specie protette sono invece crimini che cerchiamo in tutti i modi di debellare.